domenica 18 gennaio 2009

L’ironia di Romano nella scuola delle veline
di Lorenzo Morandotti





Sono passati quasi vent’anni dalla pubblicazione di Io speriamo che me la cavo di Marcello d’Orta, divertente “sciocchezzaio” che ha aperto una finestra inedita sul mondo della scuola. Poi sono arrivati i lavori di Domenico Starnone (Ex cattedra) e di Paola Mastrocola (La scuola raccontata al mio cane), che è stata di recente ospite alla libreria Ubik di Como. Ultimamente il grande successo di critica e di pubblico di La classe di François Begaudeau diventato anche un film, che parla dei disagi di studenti e insegnanti nella scuola di oggi, ha richiamato l’interesse per l’argomento. In forma di diario ma con l’arguzia pungente e mai volgare del moralista classico, il comasco Renzo Romano interviene in questa particolare pubblicistica con un originale contributo editoriale, Le veline fanno bene alla matematica. È una pubblicazione fuori commercio dell’azienda “Grisoni Sistemi Didattici” di Grandate, con illustrazioni di Michele Testori (per ricevere una copia gratuita del libro, salvo spese di spedizione, si può inviare una email a prof.mobius@grisoni.com). Le storie di scuola raccontate da Romano - editorialista del “Corriere di Como”, dove cura ogni domenica la posta dei lettori - sono pagine di vita vissuta trasfigurate da ironia gustosa che fa riflettere.
Pagina dopo pagina, ecco scandita dalla penna di Renzo Romano, e dalla matita divertente del suo commentatore per immagini, l’affresco di una commedia umana vissuta nel quotidiano delle aule, dei programmi, dei compiti in classe, nel gossip dei consigli di istituto. Un’epopea didattica fatta di mille episodi tragicomici su cui regna sovrana, come una nemesi che tutto avvolge e permea, la burocrazia. Con le sue ataviche resistenze e le sue farraginose novità. Non ci sono primedonne o gregari nel mondo di Romano. Tutti sono nella stessa barca: gli allievi alle prese con le fatiche dello studio e delle autogestioni, i docenti giovani e quelli alle porte della pensione e le bidelle sexy. Il sorriso contagioso di Renzo non dà giudizi, ma solleva interrogativi e suscita ilarità. E soprattutto colora di simpatia un mondo che le cronache vorrebbero soltanto luogo di conflitti e polveroso.

Lorenzo Morandotti


Nella foto: Renzo Romano, già docente di Matematica all’istituto Teresa Ciceri di Como e vicepreside dello stesso istituto, è editorialista del “Corriere di Como”. Il suo libro Le veline fanno bene alla matematica è edito dall’azienda “Grisoni Sistemi Didattici”

giovedì 8 gennaio 2009

L'animo si specchia nel Cielo.
La pioggia dopo la neve conforta i disagi, ma non favorisce l'umore.
“Voglia di pianto” racconta un difficile pomeriggio d’estate davanti al computer in un luogo amatissimo ed odiatissimo…

VOGLIA DI PIANTO
Perchè tanta voglia di pianto?
Mi accorgo che c’è squilibrio tra me e quello che mi circonda.
Non c’è armonia, allora le lacrime si propongono quale pietoso aiuto per annullare la discrasia di umore tra i pensieri che confusi sgomitano nella mia mente e la ridda di sensazioni che l’ambiente sollecita in me.
Ma neppure il pianto riesce a calmare la sete di un’anima che si tormenta e tormenta chi la circonda sia pure di attenzioni.
Io amo e odio questi luoghi.
Li amo perché la mia memoria si è forgiata su di essi.
Li odio perché i miei ricordi scorrono su binari levigati dal dolore più lacerante, ripercorrono su e giù per i tristi viali ogni istante del mio arrancare faticoso nel tempo.
Il fruscio degli ulivi è un canto accorato che mi spezza l’anima, l’informe nuvola disegna il volto tanto amato, il silenzio è attesa spasmodica del frastuono.
Il tic tac dei tasti è musica stonata incapace del minimo conforto.

martedì 6 gennaio 2009

Da qualche giorno sono su facebook.
Si allunga la lista dei miei "amici".
Riscopro i volti di molti miei ex studenti.
Ogni volta si rinnova l'emozione del ricordo.
Sempre è rivivere le sensazioni passate eppure dentro di me.
In questi tempi leggo Cesare Pavese.
Mi ritrovo nella sua convinzione che le cose si scoprono veramente attraverso i ricordi che se ne hanno, ricordare una cosa significa vederla per la prima volta.
Io credo che la memoria sia un meraviglioso regalo del Cielo.
Tenerla in esercizio fa bene al "cuore" in senso fisico, ma fa bene soprattutto al "cuore" dentro, quello che sobbalza ad ogni sorriso di chi ti sta attorno ti fa scoprire i valori che contano nel nostro vivere.
Oggi dicono sia arrivata la Befana, quella con la scopa e le scarpe rotte.
A me non sta simpatica e non mi sembra neppure troppo intelligente: in tempi di saldi un paio di scarpe nuove ed anche un aspirapolvere potrebbe comperarselo.
Preferisco la neve.
Crea disagi fuori, ma gioia dentro.
Ed io tifo per il "dentro".

giovedì 1 gennaio 2009

Recensione de "Le veline fanno bene alla matematica" su "La Provincia" di Como

Cultura e Spettacoli
indietro
Veline & matematica
E' la scuola di Romano

Miserie e glorie scolastiche narrate con ironia da un professore comasco di lungo corso

Foto by null
Il professor Renzo Romano
Una divertente caricatura della scuola, o meglio, della routine un po’ surreale che riempie le ore e le aule di un’umanità varia, sempre in balia di regole incontrastabili, di registri blu da compilare, di primi e ultimi della classe, di docenti austeri o "democratici", di immancabili ex-sessantottini illusi o disillusi, di precari, di bidelli, di genitori... Fuoriesce così, dalla penna di Renzo Romano, un mondo della scuola sorpreso nelle sue pieghe più reali, colorite e bizzarre. U n mondo in continuo fermento, che pure resta paralizzato in convenzioni statiche ed immutabili, carico di paradossali disfunzioni bilanciate, in qualche misura, da ventate di sorprendente creatività, la stessa che riesce a strappare un sorriso, uno sguardo disincantato e ironico su una vicenda tutta da ricordare di gusto, tutta da raccontare. In centodieci brevissimi racconti l’autore intreccia l’esperienza di insegnante con la fantasiosa verve del giornalista, dimensioni che convivono nel suo impegno professionale, traducendo così le percezioni sedimentate in anni di scuola in invenzioni del tutto credibili. A legare insieme piccoli brani di un’avventura scolastica vissuta in ogni sua dinamica, dalle ore di autogestione a quelle del compito in classe o della gita, è uno sguardo ironico e disinvolto, capace di cogliere i lati paradossali che inducono al sorriso più che al sarcasmo. «La Bonazza, il Crapone, la Caciottina, la Mezzacalza, la Strippa, il Galilei, le veline (alcuni dei personaggi che animano i racconti ndr) ritornano nel mondo immaginario creato dalla mia fantasia» ammette l’autore della raccolta di storie che furono pubblicate su queste stesse colonne de «La Provincia» qualche tempo fa. E d’altra parte precisa: «Disagi, soddisfazioni, amarezze, preoccupazioni, speranze, delusioni, sono invece realtà sofferta e partecipata per tutti coloro che la scuola amano». L’amarcord, vivacizzato dai disegni di Michele Testori e pubblicato grazie al coinvolgimento di Daniele Grisoni titolare della «Grisoni sistemi didattici», scorre in oltre 230 pagine. «Le veline fanno bene alla matematica» è il titolo della pubblicazione fuori commercio che può essere richiesta gratuitamente inviando una e-mail a prof.mobius@grisoni.com <+G_FIRMA>Laura d’Incalci

lunedì, 29 dicembre 2008

Le veline fanno bene alla matematica

gennaio 2009
“Le veline fanno bene alla matematica” è una raccolta non troppo ragionata di storie di scuola pubblicate sul quotidiano “La Provincia” di Como.
Sono storie inventate ma forse vere, o piuttosto storie vere forse inventate?
Impossibile rispondere perché realtà e fantasia nelle aule di una scuola si confondono, si mescolano, si supportano, si deformano per colpa o merito della magia coinvolgente ed estasiante del mondo giovanile.
Le storie raccontate nel volume sono una sorta di diario del mitico, inventato forse vero, prof Mobius che si guarda attorno, osserva i colleghi, il preside, i bidelli, gli studenti, gli avvenimenti e poi ne scrive senza troppo curarsi della grammatica.
Sono storie allegre e tristi, paradossali e seriose.
L’ironia che traspare non è malanimo o risentimento per il mondo della scuola, è invece ringraziamento sentito per la fortuna di farne parte.
Non sempre la scuola sa ridere di se stessa.
In questi racconti almeno sorride.
Le illustrazioni sono parte integrante dei racconti
I protagonisti, ancorché prodotti della fantasia dell’autore, prendono forma e consistenza nei disegni che tratteggiano con sapiente ironia i loro vizi e le loro virtù.
Così, arricchite dalle vignette, le brevissime storie si elevano ad affreschi di vita scolastica.
L’idea di un libro “illustrato” sulla scuola, com’erano le raccolte di favole di non troppi anni fa, è rimasto per anni nel mondo delle intenzioni.
Poi, incredibilmente, il progetto ha preso forma e sostanza.
La sensibilità di un amico preziosissimo che ha creduto nell’idea e la creatività di un disegnatore che ha saputo cogliere lo spirito delle storie raccontate ne ha permesso e favorito la realizzazione.
La copertina del libro è una meravigliosa e commovente foto di classe scattata nel lontano 1948 nella scuola elementare “Fulceri Paolucci de Calboli” di Ponte Chiasso.
Forse qualcuno si riconoscerà fra quei volti ed allora malinconia, rimpianto e un dolce umanissimo “magone” li accompagnerà nel ricordo.
Molti degli alunni di questa foto oggi sono nonni, e fra questi anche l’autore dei racconti: la dedica ai quattro nipoti di autore ed editore del libro è speranza nel futuro con mente e cuore non dimentichi del passato.
Il libro al momento non è disponibile in libreria.
Chi fosse interessato può inviarmi una email all'indirizzo: rromano@corrierecomo.it